Graziella Melania Geraci

Pittura aerea, quella di Francesco Iacono, dove cielo e terra sembrano avvolti da uno stesso vento vibrante che ne accomuna la fisicità in un unico orizzonte. Le sapienti pennellate sfumano in lievi paesaggi oscillanti, in miraggi incorporei ma coinvolgenti. Le forme che popolano le tele dell’artista siciliano sono linee sfocate, rese con tocchi leggere che vivono di ricordi e sensazioni lontani nel tempo. Rapiti da raffiche che sembrano dissolversi, appaiono aerei in volo, elementi che volteggiano e si liquefano in un unicum lieve ed etereo. Sorprendono in un mare di azzurri i colori vivaci che delimitano le forme, accesi da rossi carminii che emergono come miraggi nella frescura estiva. E’ la terra siciliana che parla in questi dipinti, o meglio è il filtro dell’artista che la trasforma, la plasma a seconda del sentire, del vissuto e dell’animo sensibile o quanto lo circonda. Le grandi dimensioni dei dipinti coinvolgono totalmente e ci si immerge, si libra, nel colore scelto con sapienza per elevare e accompagnare verso altre sponde l’immaginazione. Anche quando si sofferma sui particolari, il mondo di Francesco Iacono è puro, nitido nelle spume che calano sulla tela ombre dissolventi. Il suo viaggio è eterno, senza una meta precisa perché il percorso su cui si focalizza il linguaggio dell’artista e gli strumenti che usa guidano chi guarda in un incontro con il sé. Artista intimista, Iacono vive in una realtà parallela che apre le porte di una fisicità negata ma accennata attraverso perizie pittoriche. Non manca, nella produzione dell’artista, la percezione del dolore, l’occhio ne scruta e ne coglie gli attimi intensi, li fa propri per una riflessione profonda e segreta sulla coscienza ferita, così talvolta i toni si scuriscono, e il blu e i violacei predominano la scena muta, la penombra avanza ma sempre impalpabile, in diafane costruzioni sconvolte dalle folate aeree. Eppure i vortici non sconvolgono, anzi sedano le sensazioni, ne placano l’irruenza per un trasporto sereno verso l’orizzonte. Esplorare i luoghi di Francesco Iacono equivale ad un cammino lirico dove l’anima si perde, libera di lasciarsi avvolgere e di consumarsi pian piano in uno spazio leggero e delicato. E’ impossibile rinunciare a questo viaggio.