Pittore e scultore, nasce a vittoria nel 1956 dove vive e lavora.
I bronzi di Francesco Iacono, artista sbarcato negli ultimi due decenni dalla pittura fortemente materica alle barene della scultura in fusione di lega metallica, ci riporta via inevitabilmente a Leonardo Sciascia che, presentando in catalogo alcuni anni prima che morisse una mostra del pittore Oscar Carnicelli (originario di San Severo di Foggia ma nisseno di adozione) sottolineava, con acutezza di osservazione, che nell’opera dell’espositore era evidente una dichiarata condanna alla violenza.
Analoga considerazione “tout court” possiamo fare preliminarmente accennando ai contenuti formali e sostanziali delle opere dello scultore-pittore vittoriese Francesco Iacono.
Nelle garbate favole di bronzo che l’artista ci rappresenta con raffinati rapporti molecolari e magmatici con la materia sempre ostile e riluttante alla forma, è esplicita la condanna di Iacono nei riguardi di tutti gli orrori ed il male che giornalmente passano nella insanguinata fogna di Caino; la commiserazione per una triste progenie di creature dolenti e ferite, di “popoli che fuggono dalla crudeltà dei propri simili cercando ospitalità in altri paesi”, di profughi ed emarginati. “Fuga dalla paura”, “Kosovo 2000”, “Uno sguardo all’Eritrea” sono palesi denunce di uno stato generale di disagio e di un’interiore ribellione alle ingiustizie che veicolano costantemente nel mondo.
Condanna alla violenza dunque in maniera esplicita e dichiarata. Non solo. Ma anche affermazione esaltante – in termini concreti di estrinsecazione artistica – di valori diametralmente opposti, primo fra tutti l’Amore: “quello di una mamma per il proprio piccolo e quello che ogni essere umano dovrebbe avere per il proprio simile”.
Pur nella tristezza di un mondo sempre più disumano, Francesco Iacono dunque non si arrende e vagheggia approdi più sicuri effondendo la sua gioia di vivere nel gesto beato di una madre (“La piroetta”) che solleva al cielo la sua creatura, nella felicità raccolta di una donna (“Ninna nanna”) che dondola il figlioletto, nella compiaciuta piacevolezza di una giovane che si aggiusta la calza scoprendo la nudità delle sue gambe diritte e formose.
I bronzi di Francesco Iacono recano come caratterialità inconfondibile riusciti svolazzi di vesti, sbattimenti esaltanti di luci, scorci appetitosi di nudità femminili a tutto tondo, rigore di forme in movimento che hanno in odio la staticità. Vibrazioni interiori piene di comunicativa e significazione. Per concludere dunque una mini-galassia di sculture, che intridono di scintillamenti le iridi e parlano alle menti ed ai cuori con linguaggio estremamente comunicativo bilanciato con equilibrio dal punto di vista formale tra figurativo e l’astratto moderno.